martedì 29 dicembre 2015

Carol (2015)

L'ultima opera di Todd Haynes è stilisticamente raffinata: fin dalle prime inquadrature si può notare l'attenzione per i dettagli, le luci, i riflessi, i primi piani, questo apparato estetico spesso è manierista ma non intralcia la forza del film che è tutta nella ricerca introspettiva di Carol e Therese, interpretate da Cate Blanchette e Rooney Mara. Il film ruota attorno al loro legame che non trova respiro nella cultura patriarcale della New York degli anni '50, Carol si troverà ad affrontare il fallimento del suo matrimonio e un marito che pur di non lasciarla libera di fare le sue scelte sarà disposto a privarla della figlia. Il rapporto sentimentale traCarol e Therese nasce nel momento sbagliato e verrà usato dal marito per accusare la moglie di essere incapace di sostenere il suo ruolo di madre a causa della sua omosessualità.
La narrazione del film è usuale e monotona, non ci sono grandi colpi di scena a parte quella dell'attività di spionaggio organizzata dal marito per spiare la camera d'albergo dove si incontrano Carol e Therese. La relazione tra le due è rappresentata con molta naturalezza e semplicità, per questo la sensazione di "già visto" è assai evidente per gran parte dello sviluppo del film, in particolare la scena appassionante dell'amplesso in cui Therese trema dall'emozione, rievoca moltissimo quella rappresentata nel film "Aimee & Jaguar" di Max Farberbock. Ma questa assenza di originalità è solo apparente perché l'intenzione di Haynes non è quella di focalizzarsi esclusivamente sulla storia d'amore tra due donne, bensì di raccontare di due anime che non riescono davvero a incontrarsi e avvicinarsi come in realtà vorrebbero, perché il loro legame minaccia l'ordine e la sicurezza delle loro vite.
"Carol" avrebbe dovuto chiamarsi "Therese" perché rappresenta principalmente il racconto di formazione dell'altra personaggia. L'incipit del film ci mostra la sequenza finale del ristorante dove Carol e Therese si rincontrano dopo un lungo periodo di separazione voluto da Carol per riuscire ad ottenere la custodia della figlia. Il seguito del film è un lungo flashback dove Therese è il punto di vista chiave della cinepresa e ci viene presentata come una giovane solitaria e insicura che vive la sua vita passivamente, in attesa di qualcosa.
Therese non è ancora una donna, ma è come un germoglio che non sboccia, non riesce a dire di "no" a chi non la merita, non riesce a costruire il suo portfolio di fotografie anche se vorrebbe, non riesce ad esternare i suoi sentimenti a Carol, la sua vita le passa davanti molto violentemente e le sue emozioni sono sottratte dal flusso di quelle degli altri che tentano di "prenderla" per sé.
Ma sarà proprio l'amore per Carol a guidarla verso la libertà, a darle la possibilità di cominciare a vivere e costruire la sua vita. Questa consapevolezza interiore si materializza nel magico e potente finale dove è Therese che, di sua iniziativa, si incammina lentamente verso Carol seduta al ristorante che nota la sua presenza sorridendo. La parole che scrisse Carol nella lettera quando la lasciò diventano profetiche: Therese la saluta celebrando il rito iniziatico della loro storia d'amore. La delicata e suggestiva colonna sonora di Carter Burwell accompagna questo passaggio emozionale come una catarsi. "Carol" malgrado l'estetica esibita e una narrazione usuale, riesce nel suo intento di arrivare dentro allo spettatore e risvegliare aspetti inesplicabili dell'animo umano, commuovendo per davvero.


Il film è disponibile in streaming su Infinity Selection.

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